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Bronzetto Itifallico

Bronzetto Itifallico
Bronzetto Itifallico

Suonatore Itifallico di Launeddas, Ittiri

Fra le circa cinquecento statuine in bronzo d'epoca nuragica, fuse, com'è noto, secondo la tecnica della cera perduta, particolarmente interessante appare questa figurina, proveniente da Ittiri (SS), da località sconosciuta, e pubblicata dal Taramelli nel 1907.
La statuetta - presumibilmente un ex-voto esposto in un tempio - rappresenta un personaggio maschile, un Aulete o un suonatore di flauto, raffigurato nudo ed in posizione assisa, alto appena cm 8.
Di stile Barbaricino-mediterraneizzante, essa presenta gambe appena delineate da una solcatura mediana, nelle quali s'innesta, con linea flessuosa ed armonica, il tronco e, in questo, la testa, senza soluzione di continuità.
La testa, a calotta sferica, è coperta da una berretta della medesima forma, ben distinta dal cranio. Sul volto, caratterizzato da occhiaie enormi, profonde e vuote, spicca la bocca larga, tesa nel soffiare in un flauto a tre canne, simile alle launeddas, strumento oggi presente nella Sardegna centro-meridionale ed usato nelle cerimonie religiose e civili soprattutto per accompagnare le danze folkloristiche.

Molto evidenziati appaiono alcuni particolari anatomici come le mammelle e, con cura dei dettagli, il membro virile.
Quest'ultimo, di fatto, per il suo marcato risalto si presenta come elemento centrale e concettualmente significativo della composizione figurativa. Esso, infatti, suggerisce connessioni con la religione nuragica, modellata sulla natura feconda.

Esprime pertanto un erotismo non banale e contingente ma di carattere sacro, sollecitato dal suono stesso del flauto e dal ritmo delle danze che si svolgevano intorno, per ottenere il favore degli dei largitori di messi, di bestiame e prole in abbondanza.

Alcuni elementi, d'altronde, come aspetto caricaturale del volto e quello demoniaco, nel suo complesso, della figura, mentre richiamano analogie con la plastica Siro – Fenicia, nello stesso tempo sottolineano e confermano il significato più sopra delineato, funzionale alla religione nuragica e rientrante nella sfera ideologica orientale.
Quanto alla cronologia, i confronti extrainsulari suggeriscono una attribuzione al VI sec. a.C.