Inventato nel 1829 a Vienna da C. Demian, l'Organetto ha avuto inizialmente una rapida diffusione nel mondo della borghesia delle grandi città europee, per poi passare nelle campagne, dove ha sostituito, nella funzione e nel suo uso, gli strumenti più arcaici.
Le ragioni di questo successo sono evidenti nelle caratteristiche dello strumento, di forte impatto sonoro, grande maneggevolezza, assenza di manutenzione, relativa facilità di esecuzione, possibilità di eseguire contemporaneamente melodia e accompagnamento (in contrasto con la fragilità e le continue accordature che Zampogne Launeddas richiedono).
Il suo arrivo nelle campagne ha permesso la sopravvivenza di un repertorio tradizionale minato dalla progressiva scomparsa degli strumenti musicali già descritti, portando però allo stesso tempo una trasformazione del sistema musicale popolare (perdita del bordone, livellazione degli intervalli, ecc.) e introducendo tutta una serie di nuovi balli di importazione allora molto in voga (polche, mazurche e valzer).
A seconda delle varie zone di diffusione, si è sviluppata una grande varietà di tecniche esecutive, tutte funzionali alla riproducibilità di un repertorio preesistente nonché all'imitazione degli strumenti che l'Organetto è andato via via sostituendo.
Nel corso degli anni, la sua struttura "Bitonica e diatonica" è stata progressivamente sostituita da quella "Unitonica / cromatica" della Fisarmonica, ma l'Organetto rimane tuttavia ancora fortemente radicato in quelle zone dove sopravvive la tradizione degli antichi balli etnici, in Italia, la ritroviamo in tutto il centro sud, in Sardegna e più limitatamente nel Friuli Venezia Giulia.