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Suoni e suonatori
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Suonatori

Canto a chitarra

Il canto solistico accompagnato dalla chitarra, e in tempi recenti anche dalla fisarmonica, ha come area di elezione il Logudoro. Fino agli anni 60 su cantu a chiterra era praticato in molte occasioni festive e di aggregazione sociale; soprattutto durante le feste patronali in tutti i paesi logudoresi non doveva mancare una serata dedicata a questo genere di canto. Per l’occasione venivano, e vengono ancora oggi ingaggiati due o tre cantori (cantadores) professionisti capaci di produrre un repertorio abbastanza vasto.

Il cantatore deva possedere un timbro vocale tenorile o baritonale con tessitura acuta; deve essere inoltre capace di passare al falsetto e di elaborare fioriture virtuosistiche. Le forme di canto logudorese consolidate dalla tradizione sono: il Canto in re, il Mutu, la Nugoresa, la Corsicana, la Tempiesina, il Mi-la, il Si bemolle, il Fa diesise e la Disispirada.

Suonatori

Organetto

Inventato nel 1829 a Vienna da C. Demian, l’Organetto ha avuto inizialmente una rapida diffusione nel mondo della borghesia delle grandi città europee, per poi passare nelle campagne, dove ha sostituito, nella funzione e nel suo uso, gli strumenti più arcaici.
Le ragioni di questo successo sono evidenti nelle caratteristiche dello strumento, di forte impatto sonoro, grande maneggevolezza, assenza di manutenzione, relativa facilità di esecuzione, possibilità di eseguire contemporaneamente melodia e accompagnamento (in contrasto con la fragilità e le continue accordature che Zampogne Launeddas richiedono).

Il suo arrivo nelle campagne ha permesso la sopravvivenza di un repertorio tradizionale minato dalla progressiva scomparsa degli strumenti musicali già descritti, portando però allo stesso tempo una trasformazione del sistema musicale popolare (perdita del bordone, livellazione degli intervalli, ecc.) e introducendo tutta una serie di nuovi balli di importazione allora molto in voga (polche, mazurche e valzer).
A seconda delle varie zone di diffusione, si è sviluppata una grande varietà di tecniche esecutive, tutte funzionali alla riproducibilità di un repertorio preesistente nonché all’imitazione degli strumenti che l’Organetto è andato via via sostituendo.

Nel corso degli anni, la sua struttura “Bitonica e diatonica” è stata progressivamente sostituita da quella “Unitonica / cromatica” della Fisarmonica, ma l’Organetto rimane tuttavia ancora fortemente radicato in quelle zone dove sopravvive la tradizione degli antichi balli etnici, in Italia, la ritroviamo in tutto il centro sud, in Sardegna e più limitatamente nel Friuli Venezia Giulia.

Suoni

Fisarmonica

Aerofono ad ance libere in serie.
La fisarmonica è uno strumento “a mantice” simile all’organetto, dotato di due tastiere, una per la melodia e l’altra per l’accompagnamento. La tastiera della melodia è di solito simile a quella del pianoforte, con tasti bianchi e neri, ma con un’ estensione tonale minore, mentre quella per l’accompagnamento è formata da cinque file di bottoni che danno i bassi e gli accordi. A differenza dell’organetto, la fisarmonica emette un suono solo per ogni tasto, sia in apertura che in chiusura del mantice. Esistono anche fisarmoniche semidiatoniche, che hanno i bottoni al posto dei tasti nella tastiera per la melodia, e sono a doppia intonazione come l’organetto.

La fisarmonica fu introdotta nell’isola nei primi anni del 1900 e si è diffuso il suo utilizzo nell’accompagnamento dei balli tradizionali.
La costruzione è simile a quella dell’organetto; nella scheda di quest’ultimo si possono trovare descrizioni più dettagliate per evitare ripetizioni.

Suoni

Pipiolu del Logudoro

Aerofono a fessura interna, a imboccatura indiretta.

Molto simile al sulittu della Marmilla, il Pipiolu del Logudoro ha quattro fori per le dita, tre anteriori e uno posteriore, che a differenza del sulittu è collocato al di sopra del nodo.
La finestra rettangolare è posta nella parte superiore, vicino all’imboccatura.
La nota grave è la sensibile (7° della scala), seguita da tonica, 2° maggiore, 3° maggiore e 4°.
Il taglio dello strumento è dato dalla “tonica”, quindi uno strumento tagliato in “DO”, avrà come nota più grave il “SI”.

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